Sbai (Centro Averroè): “Qatar Papers, insufficienti le giustificazioni dell’Ucoii.

Sbai (Centro Averroè): “Qatar Papers, insufficienti le giustificazioni dell’Ucoii.

“Le giustificazioni presentate da Yassine Lafram, presidente dell’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia, sono del tutto inadeguate e lacunose; e il tono vittimistico che l’Ucoii sceglie di utilizzare non è in alcun modo d’aiuto alla causa delle asssociazioni islamiche che rappresentano in Italia”: così, in una nota, l’on.Souad Sbai, presidente del Centro Studi Averroé (anti-radicalizzazione), in riferimento alla posizione assunta dall’Unione all’indomani delle circostanziatissime e puntuali rivelazioni del libro-inchiesta “Qatar Papers”, a firma dei giornalisti francesi Christian Chesnot e Georges Malbrunot.

 

“Mi fa innanzitutto piacere notare”, afferma Sbai, “che da oggi è possibile confermare quel che da tempo diciamo e che è stato accertato anche in aule di tribunali: l’Ucoii, per stessa ammissione del suo presidente, riceve finanziamenti dall’emirato legato a doppio filo alle forze salafite dei Fratelli Mussulmani. Si tratta di una realtà sconosciuta solo a chi voleva voltare gli occhi dalla parte opposta, di una situazione che denunciamo da anni e che causava reazioni di finta indignazione e scherno ogni volta che abbiamo provato ad evidenziarla. Oggi leggiamo che l’Ucoii ha ricevuto 25 milioni di euro attraverso versamenti in chiaro dalla Qatar Charity”.

 

“L’Ucoii a questo punto dovrebbe spiegare”, continua la presidente del Centro studi Averroé, “dove sono finiti gli altrettanti 25 milioni di euro che, secondo i Qatar Papers, sono arrivati in Italia. In particolare, è improrogabile sapere che fine abbiano fatto i cinque milioni di euro che la Qatar Charity ha chiesto indietro al presidente della comunità islamica di Bergamo, avendo notato che li aveva distratti dal progetto approvato per destinarli ad un altro di cui nulla si sa. Chiedo alle procure”, conclude Souad Sbai, “di mettere sotto stretta sorveglianza tutti i centri islamici non autorizzati e di aprire tutte le opportune inchieste sui legami fra l’Ucoii e al-Qaraḍāwī”.

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